#VISIONI – I neon parlanti di Jung Lee

No More è l’ultimo lavoro di Jung Lee.  L’artista sud coreana crea sculture con i neon e le posiziona in paesaggi naturali e isolati per fotografarle. In questa ultima serie in particolare i neon non sono decifrabili, sono segni luminosi che si riflettono su specchi d’acqua o paesaggi innevati.

Una riflessione sulle limitazioni del linguaggio per sottolineare come la nostra lingua spesso non basti per esprimere e o spiegare le cose, le parole che abbiamo non possono incarnare tutto quello che sentiamo. Un divario tra linguaggio e realtà che Jung Lee ha scelto di “curare” con una tecnologia “pop”, immediata e radicata nel nostro immaginario come il neon e la potenza espressiva della “natura”.

Quella di No More è però una svolta astratta rispetto alle precedenti creazioni, basate su parole e frasi leggibili come nella serie Aporia, in cui citazioni di film, scritti di Roland Barthes, e perfino la Divina Commedia, sono isolate dai loro contesti e poste in luoghi desertici, dove acquistano un nuovo significato e una nuova forza espressiva.