Il Ponte Punta Penna Pizzone, le tre “P” che uniscono Taranto

“Ovunque nel mondo, in qualsiasi posto il mio pensiero vada o si arresti, trova fedeli e operosi ponti, come eterno e mai soddisfatto desiderio dell’uomo di collegare, pacificare e unire tutto ciò che appare davanti al nostro spirito, ai nostri occhi, ai nostri piedi, affinché non ci siano divisioni, contrasti, distacchi.”  

Ivo Andrič

Sono il frutto dell’ingegno, del talento e dello studio di materiali sempre più innovativi, i ponti sono da sempre uno dei segni più forti e profondi lasciati dall’uomo nel paesaggio, sono sempre stati una grande sfida tecnologica che però ha il grande potere di unire culture e nazioni,  uomini e regioni, isole e terraferma.

I ponti spesso portano con se delle storie interessanti e Taranto, città con due mari oggi di certo non potrebbe fare a meno dei suoi: il Ponte Girevole, il Ponte di Porta Napoli (o Ponte di pietra)  e il Ponte Punta Penna Pizzone, detto anche ponte delle tre “P”.

Il Ponte Punta Penna Pizzone, intitolato ad Aldo Moro, congiunge punta Penna con punta Pizzone, nel punto in cui un restringimento naturale crea i due seni del Mar Piccolo.
Fu Inaugurato il 30 luglio 1977 e con i suoi 1.909 metri è tra i più lunghi d’Europa. Una grande opera di ingegneria realizzata su un progetto dell’ing. Giorgio Belloni, un ponte che divenne “necessario” alla fine degli anni sessanta per risolvere i problemi derivanti dal crescente traffico di autoveicoli e naturalmente e dall’espansione urbanistica di Taranto. Oggi rappresenta un’arteria fondamentale per la città che collega rapidamente il nord al sud della città.

Un’opera moderna che contribuisce alla definizione del paesaggio tarantino che secondo alcuni aveva un’omologo addirittura in epoca greca. Scrittori e antichi e moderni hanno spesso accennato all’ipotesi che nell’antichità esistesse già un ponte collocato tra il promontorio della Penna e quello del Pizzone, ne parla Merodio, nella sua Historia tarentina  oppure Cataldantonio Carducci-Artenisio, il “primo” degli scrittori tarantini a suggerire l’esistenza di un ponte di pietra in età antica, oppure Padre Domenico Ludovico De Vincentiis che nella sua Storia di Taranto (1878), cita come dato certo la presenza del ponte.

Ma gli archeologi, i topografi e gli studiosi che si sono cimentati con questo tema sono molti  e sono giunti tutti alla conclusione che non esistono prove concrete dell’esistenza di un antico Ponte di Punta Penna Pizzone.

Dunque solo un’ipotesi suggestiva appartenente all’immaginario della città, ma che in qualche modo induce a riflettere su come ci relazioniamo con l’ambiente, immaginare un ponte li dove non c’è è per noi ormai naturale, come se queste strutture fossero un prolungamento dell’uomo, istintivamente portato ad esplorare, animato sempre dalla curiosità di sapere cosa c’è sull’altra sponda.

Con Public Scape Taranto invitiamo gli artisti e fare un pò quello che gli studiosi hanno fatto in passato per il Ponte, un’indagine approfondita che però parta dal paesaggio immaginario di Taranto e che poi si traduca in un segno da lasciare nel paesaggio reale della città.