I “citri”, 35 miracoli nei due Mari di Taranto

“…Ivi dolce onda, oh meraviglia ! sbocca
Tra ‘l salso umor, in cui sarà nutrito
L’eletto seme, e quanto più lo tocca
L’alma sorgiva….

Tommaso Niccolò D’Aquino, Delizie Tarantine

I citri sono sorgenti di acqua dolce che sboccano dalla crosta sottomarina e sono lo sbocco naturale di quei corsi d’acqua che un tempo hanno dato origine alle gravine in Puglia e che oggi scorrono in reti idrografiche sotterranee sfociando nei due Mari di Taranto.

Il nome citro naturalmente deriva dal greco Kutros, ovvero pentola, perchè ad esso si associa nell’immaginario collettivo l’acqua che bolle in pentola quando è messa a scaldare sul fuoco.

In realtà è uno straordinario fenomeno naturale per cui l’acqua dolce che risale verso la superficie ribolle per la fortissima spinta della pressione, formando anelli concentrici che si possono osservare sulla superficie del mare.

I citri sono molto diffusi nel Mar Piccolo, se ne contano 34. Il più grande di questi però è ubicato nel Mar Grande, è il famoso Anello di San Cataldo, chiamato così per via della la sua forma circolare, ma forse soprattutto per la leggenda collegata ad esso, secondo cui il santo irlandese in un viaggio di ritorno dalla Terra Santa fu sorpreso con la sua nave da una terribile tempesta, per placarla San Cataldo gettò in mare il suo anello pastorale e immediatamente la tempesta cessò. Così, nel punto esatto in cui l’anello era stato immerso, si formò un vortice di acque dolce e fresca come quella di un fiume.

Ma perchè i citri sono così importanti?
L’enorme quantità d’acqua dolce riversata continuamente in mare riduce il tasso di salinità delle acque marine circostanti e svolge un importante ruolo di termo-regolazione influendo sui giardini delle cozze e delle ostriche che in questi mari vengono allevate, infatti, è proprio la presenza dei citri a rendere i mitili di Taranto tra i migliori al mondo per sapidità e consistenza. Un miracolo della natura , quello dei citri, conosciuto e sfruttato fin dalle epoche greche e romane, ma che ancora oggi è un pilastro dell’economia locale.

I citri sono uno degli elementi centrali del paesaggio tarantino da un punto di vista topografico e naturale, ma la loro presenza è radicata anche nella cultura e nell’economia di Taranto.

Con la call di Public Scape Taranto , vogliamo stimolare negli artisti che parteciperanno, la ricerca di connessioni tra, cultura, memoria, immaginario e  paesaggio che questa città e questo territorio nascondono sotto la superficie.